Biblioteche di Genova » Un simbolo, un’idea, un’avventura
L’uomo è animale semiotico, e in questo senso non solo il linguaggio verbale ma la cultura tutta, i riti, le istituzioni, i rapporti sociali, il costume eccetera, altro non sono che forme simboliche.
Umberto Eco
Nel 1993 Francesco Langella, chiede a Claudia Cazzaniga, giovane illustratrice, di realizzare il logo per la Biblioteca Internazionale per ragazzi Edmondo De Amicis, della quale ha assunto la direzione. Il logo rappresenta un variopinto gruppetto di giovani lettori che si accalca dietro un grande libro dalla copertina rossa. Quest’immagine viene immediatamente accolta con grande favore sia dal pubblico, che da coloro che si occupano di letteratura per l’infanzia.
Nel 1998 Mariel de Miribel, professore all’università di Nanterre (Métiers du livre), pubblica un vasta opera, dedicata alla funzione della comunicazione in biblioteca, nella quale raccoglie ed analizza logo di biblioteche della Francia e di altri paesi europei, ed esempi di metamorfosi del libro nelle immagini di artisti chiamati a promuoverne la lettura.
Nel piccolo catalogo ragionato di logo redatto dalla Miribel si trovano scene deliziose a vedersi, nelle quali il libro subisce varie trasformazioni, diventando albero i cui frutti sono lettere, oppure nave che solca mari di parole, dove il lettore si addormenta fra pagine come lenzuola, in una moltitudine di invenzioni che la fantasia degli artisti, sovente celebri illustratori, ha saputo immaginare.
Nella sezione che porta per titolo Come far conoscere la Biblioteca? L’identità visuale: dal logo alla carta grafica, sezione 3. Incontri tra lettori, troviamo anche il logo adottato dalla De Amicis. Collocazione molto appropriata (come mi disse la Miribel nel corso di una conversazione) perché l’immagine della Cazzaniga esprime proprio un tratto distintivo di questa biblioteca: un luogo di incontro fra lettori, ma anche fra lettori e artisti, scrittori, illustratori, attori, musicisti ed altri operatori nel campo della cultura e dell’impegno sociale. Un luogo allegro, conviviale e informale, aperto a vari linguaggi, interessato a ciò che avviene nel mondo.
Vi sono poi biblioteche che affidano al designer il compito di concepire un logo inteso come immagine segnaletica, nella quale le forme siano ridotte all’essenziale, in un rapporto tra figura e sfondo che sacrifica molto alla leggibilità percettiva. In questa ricerca esse puntano all’efficacia comunicativa del pictorial symbol, pur senza rinunciare all’invenzione fantastica, all’anagramma, al montage.
Nel 1998, si era in piena fase di progettazione della nuova De Amicis per il suo trasferimento ai Magazzini del cotone al Porto Antico, si pose la necessità di segnalare anche attraverso il logo il radicale mutamento di sede, che collocava la biblioteca in una posizione unica, eccezionale, nel suo rapporto col paesaggio urbano, ai bordi dell’acqua e del mare. Un elemento ulteriore di fascino era dato dalle sue ampie finestre, attraverso cui assistere al maestoso spettacolo di grandi navi e battelli ancorati ai moli oppure in movimento nello specchio del porto.
A quell’epoca ero profondamente attirato dal rapporto, che mi pareva di intravvedere, fra immagini segnaletiche e un certo tipo di illustrazioni che trovavo in alcuni libri per bambini molto innovativi. Mi riferisco soprattutto alle opere del designer giapponese Katsumi Komagata, della fotografa americana Tana Hoban, e all’album in bianco e nero di una giovane illustratrice tedesca, Katja Mensing, che aveva vinto un importante premio in Svizzera e che avevamo di recente esposto nella biblioteca suscitando un grande interesse.
Fu anche per questo, probabilmente, che Francesco Langella chiese a me di elaborare un nuovo concetto visivo che, innovando, conservasse la preziosa riconoscibilità conquistata dal logo della Cazzaniga.
Consultando libri e schizzando appunti, mi accorsi che potevo creare un ibrido ispirandomi da una parte alle metamorfosi del libro e dall’altra alla segnaletica internazionale, che visualizza i trasporti marittimi (Water Transportation) con la silhouette geometrizzata e semplificata di un bastimento sopra una linea ondulata. Bianco su fondo nero, massimo di visibilità.
Nacque così l’idea di trasformare il libro dalla copertina rossa in una nave-libro, governata da una ciurma di lettori.
Iniziava la sua vita il nuovo logo, portato in anteprima alla Fiera Internazionale del Libro per ragazzi di Bologna, nello stand della rivista LG Argomenti/DE Amicis, esposto insieme alle scenografie realizzate da Emanuele Luzzati per illustrare l’evento del cambio di sede, ed ai disegni progettuali dell’architetto Franchini per l’allestimento della nuova biblioteca.
Da allora, il pictorial symbol della nave-libro si è intrecciato alla vita non di rado avventurosa della biblioteca, che festeggia ora i suoi Venti anni sul mare, con numerose iniziative, eventi e con una mostra.
Nell’incontro di martedì 3 dicembre alla De Amicis, Francesco Langella, Emanuele Canepa, Rosanna Polimeni e chi scrive, cercheranno di rievocare alcuni dei momenti della storia della biblioteca nel rapporto con il logo che da venti anni la rappresenta.
Maurizio Loi