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L’isola dei senza memoria
Yoko Ogawa
Il Saggiatore, 2018
"Tutti, me compresa, riuscivamo a dimenticare un sacco di cose con grande facilità. Era come se quest’isola non potesse stare a galla che su un mare di vuoto dilagante. La scomparsa degli uccelli, come negli altri casi, avvenne una mattina all’improvviso. Aprendo gli occhi nel mio letto, percepii una leggera increspatura nella tensione dell’aria. Era il segnale di una scomparsa. […] Poteva trattarsi di qualsiasi cosa, anche la più insignificante. Per trovare ciò che era scomparso, era necessario concentrarsi con pazienza."
DA LEGGERE PERCHE'
Yoko Ogawa riesce ad amalgamare insieme dolcezza e inquietudine, a stampare immagini bellissime e indelebili sopra una narrazione il cui tema è l’incertezza, il mutamento, la perdita e il vuoto. In questo romanzo a poco a poco tutto scompare, oggetti e relativi ricordi, e in contemporanea il cuore inaridisce e si adegua alla perdita.
La forma della favola surreale, con i suoi contenuti simbolici nello stile proprio della letteratura giapponese, conduce il lettore a osservare alcuni meccanismi della vita e a riflettere sul corso della storia e sui rapporti interpersonali.
PER CHI
Per ragazzi dai 14 anni e per gli adulti in generale. Può essere una lettura che aiuta gli adolescenti ad aprirsi a situazioni insolite, a interpretare con maggiore autonomia eventi storici e realtà della vita, a leggere fra le righe di una trama solo all’apparenza inesorabile e poco simile al vero. L’interpretazione può/deve essere diversa in ogni lettore, più superficiale o profonda, come avviene per ogni testo di qualità. Ma l’emozione, che sia piacevole od opprimente, è quasi sicura