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Cenni storici
Villa Imperiale venne costruita da Lorenzo Cristoforo Cattaneo a Terralba verso la fine del XV secolo e già nel 1502 ospitò, per un memorabile ricevimento, il re di Francia Luigi XII. Nel corso del ‘600 il palazzo passò alla famiglia Salvago e quindi, per matrimonio, alla famiglia Imperiale fino a quando, attorno agli anni Venti del secolo scorso, fu acquistato dal Comune di Genova. Importante l’apparato decorativo, riemerso in parte nel corso dei complessi e accurati lavori di restauro diretti dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici. Gli affreschi del salone centrale, raffiguranti il Ratto delle Sabine, capolavoro di Luca Cambiaso, possono essere ammirati nello splendore originario, insieme agli affreschi presenti nelle altre sale del piano nobile, alcuni dei quali emersi “a sorpresa” nel corso dei lavori, come la Crocifissione nella splendida cappelletta .
Ancor prima della donazione da parte di Lercari, la biblioteca col nome di Biblioteca popolare Saffi fu ospitata nel Palazzo già comunale di Piazza Manzoni già dai primi del Novecento, per essere successivamente trasferita nei saloni centrali del palazzo Imperiale, dopo l’acquisizione da parte del Comune di Genova.
Nel corso degli anni la biblioteca si è arricchita per merito di numerose importanti donazioni fra cui quelle dell’Imperiale, il carteggio Ricotti e le lettere, gli opuscoli e gli autografi di Michele Giuseppe Canale. Nel 1930 fu depositata la residua raccolta Canevari, ricca di 1.283 cospicue opere antiche di medicina e chirurgia. Questo ultimo prezioso fondo e altri carteggi sopra ricordati sono conservati da molti anni dalla Civica Biblioteca Berio.
La ricca collezione di spogli da giornali e riviste di Amedeo Pescio, bibliotecario e capo redattore del Secolo XIX, è tuttora in sede.