Marino Muratore, ideatore e curatore della rubrica
La rubrica “Una settimana con...,” iniziativa del Sistema Bibliotecario Urbano, ha come protagonista della settimana lo scrittore per ragazzi Roberto Morgese, un autore che vive e lavora a Parabiago (MI), insegnando nella scuola primaria e scrivendo libri per vari editori. È anche un formatore di maestri, giovani o già esperti
Biografia
Roberto Morgese è nato nel 1965, sposandosi si è trasferito in provincia a Parabiago per vivere lontano dal caos della metropoli, a cui è comunque molto legato.
È laureato in filosofia e ha approfondito studi di psicologia, ma è soprattutto appassionato di arte e di natura. Insegna come maestro nella scuola primaria ed è anche un formatore di maestri, giovani o già esperti. Nel 2017 ha vinto il Premio “Battello a vapore” per la categoria “Miglior Autore” con il romanzo NUNO DI NIENTE. La Giuria ha così motivato la scelta: “È una storia attuale, raccontata con un linguaggio semplice e scorrevole. I personaggi e la figura del protagonista sono ben delineati e in grado di suscitare un’identificazione immediata nel lettore. Una storia di crescita radicata nel presente e proiettata verso il futuro.”. Da allora ha pubblicato molti romanzi per ragazzi, storie per bambini e testi scolastici.
Gli piace anche dare, come può, il proprio contributo nella società civile. È socio molto attivo della I.C.W.A (Italian Children’s Writers Association). Quando non scrive o insegna ai bambini di scuola primaria, fa il papà oppure viaggia per l’Italia, visitando scuole e biblioteche. È appassionato di arte e di natura.
BIBLIOGRAFIA
NARRATIVA PER BAMBINI E RAGAZZI
DIDATTICA, SCOLASTICA E SAGGISTICA
Zocrate e le ombre nella caverna
Roberto Morgese stupisce ancora una volta con la sua meravigliosa originalità. Con uno stupendo gioco di parole, basato su un semplice cambio di inziale tra la “z” e la “s”, inventa una meravigliosa storia coinvolgente. Un romanzo che gioca tra il thriller e la filosofia, tra la percezione soggettiva e il pensiero, tra l’apparenza e mondo il reale.
I due protagonisti sono il grande filosofo ateniese Socrate e il giovane bambino Zocrate. Il piccolo è la disperazione di sua madre Garygfallia che lo rimprovera in continuazione: gli urli della donna fanno sì che Zocrate diventi il bambino più sgridato di Atene. I suoi genitori possiedono una famosa bottega di produzione di vasi e crateri nella città greca: la madre è la più brava ateniese nel lavorare al tornio, mentre il padre è rinomato per le sue capacità di decorazione. Zocrate, invece di aiutare i genitori nella bottega, bighellona tutto il giorno per la città. La sua ultima passione è ascoltare con ammirazione, nell’Agorà di Atene, i discorsi del saggio Socrate. In una di quelle circostanze il giovane ascolta dalla bocca del filosofo il famoso “mito della caverna”. Con quel racconto il saggio ateniese voleva far capire che ciò che vediamo ogni giorno intorno a noi potrebbe non essere la realtà delle cose e che per conoscere mondo è importante distinguere ciò che ci appare e che crediamo vero, da ciò che esiste veramente. Il mito raccontato da Socrate inizia con la descrizione di prigionieri che interpretano erroneamente la realtà esterna, basandosi sulle ombre proiettate dalla luce del fuoco sulla parete della caverna.
Zocrate è un bambino di 10 anni e per quanto intelligente non comprende il mito appena ascoltato. Si convince, invece, che l’esempio appena narrato dal saggio filosofo sia un messaggio destinato a lui. E così si precipita nella bottega della sua amica Ipizia (altro meraviglioso cambio di vocale per ricordarci il nome della più grande pensatrice dell’antichità: Ipazia) dove la ragazza lavora ogni giorno al telaio. Zocrate le racconta che il filosofo ha parlato di una caverna dove alcuni bambini scomparsi ad Atene sono stati imprigionati. La ragazza cerca di spiegare al bambino che quello era solo un aneddoto per far ragionare gli ateniesi sulla loro vita. Zocrate è testardo e non ascolta mai nessuno. Si mette così alla ricerca dei presunti bambini prigionieri in una caverna lontana dalla città. Roberto Morgese, con un meraviglioso colpo di teatro, fa scoprire al bambino un antro dove i figli delle famiglie più in vista sono rinchiusi per ascoltare le lezioni di Sileno, un malvagio maestro che fa esercitare i ragazzi anche all’arte della guerra. Sileno è in realtà un traditore di Atene in quanto legato alla città nemica Sparta. L’unica possibilità che ha Zocrate per liberare quei ragazzi che hanno sposato le teorie di Sileno, è di farsi prendere come prigioniero lui stesso. Riuscirà Zocrate a spiegare la verità ai ragazzi ingannati? Quali espedienti dovrà inventare la piccola peste per salvare Atene dell’imminente pericolo?
Grazie a questo bel romanzo, nel quale la realtà e l’apparenza si specchiano ed interagiscono, Roberto Morgese riesce a spiegare con parole semplici e con una trama avvincente il mito della caverna, il mondo della filosofia antica, l’importanza dei valori positivi. Un libro scritto con caratteri ad “Alta Leggibilità”, da utilizzare come testo scolastico.
Il giorno della gloria
Marcello è un giovane contadino francese che si reca a Parigi su indicazione dei genitori per trovare della farina in un momento di grande scarsità alimentare nelle campagne.
Il ragazzo arriva nella città proprio nel momento caldo dei primi moti della Rivoluzione Francese. Grazie ad Odette, una ragazza incontrata per la strada, Marcel ascolta i discorsi appassionati del rivoluzionario Maximilien de Robespierre, proprio nella sala della Pallacorda dove i parigini chiedono sia promulgata una nuova Costituzione. Marcel comprende così quanto il popolo sia sfruttato dalla nobiltà e dal clero, spesso solo per soddisfare semplici e inutili capricci di poche persone. La vita di Marcel cambia per una fortunata casualità. Il ragazzo inoltre viene persino incaricato dal grande rivoluzionario Robespierre di eseguire un compito speciale: dovrà controllare con attenzione che nessuno trafughi la spada di Carlo Magno, custodita nella cattedrale di Saint Denis. Il leader rivoluzionario aveva il timore che il re Luigi XVI si impossessasse della spada, chiamata da tutti Gioiosa, per far valere il potere simbolico della stessa, convincendo il popolo a raccogliersi nuovamente sotto la monarchia contro ideali laici pericolosi.
Da quel momento Marcel si trova catapultato in una Parigi in grande fermento, dove non sempre si riesce a fermare la rabbia popolare. Il ragazzo lavora in taverne, incontra due disastrosi malfattori (una parodia del gatto e la volpe di Pinocchio) ascolta dal vivo la proposta della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, conosce la vecchia cameriera Consuelo che lo prende in simpatia. La donna confida la grande ingiustizia che ha subìto a causa di un vescovo che si era fatto consegnare il piccolo figlio per portarlo in un monastero, in cambio della copertura del furto commesso da Consuelo per dare da mangiare al suo bambino. Il giovane ragazzo a Saint Denis lavora in un’altra taverna e nel tempo libero controlla, con la complicità dei due disastrosi furfanti, la spada di Carlo Magno. Marcel intanto, per comprendere meglio le nuove idee di libertà, impara persino a scrivere e leggere. Roberto Morgese c’insegna così nel racconto quanto sia importante studiare per non rimanere alla completa balia dei potenti. I trafugamenti della spada, i movimenti di un losco personaggio che parla in tedesco, sono le vicende che coinvolgono Marcel e appassionano sempre più il lettore. Il finale e così tanto sorprendente che non si può raccontare.
Il giorno della gloria è un meraviglioso stimolo per far conoscere ai ragazzi il senso delle parole libertà, fraternità uguaglianza. Un libro che aiuta a comprendere come la rivoluzione francese (al di là di ingenuità e limiti) abbia cambiato la storia del mondo.
Il Genio della Matematica
Roberto Morgese regala un secondo video al Comune di Genova nel quale presenta il suo recente libro intitolato “Il genio della matematica”. Un libro che si può considerare la stupenda risposta italiana a “Il mago dei Numeri”, capolavoro per ragazzi di Hans Magnus Enzensberger.
La storia inizia con l’arrivo di Maria, una delle protagoniste del libro, a Torino dalla Calabria. La sua è una storia simile alle tante famiglie che sono dovute emigrare dal Sud-Italia alla ricerca del lavoro. Maria ha un bellissimo rapporto con i genitori, anche se è leggermente infastidita dal fatto che nella nuova bella casa con giardino, loro si siano occupati di preparare esclusivamente la cameretta del fratellino Gino, lasciando a lei, invece, l’incombenza di scrostare la tappezzeria dei muri della stanza e di tutti gli altri lavori necessari per renderla abitabile. Maria, pur di non convivere con il terribile fratellino, decide però di far mettere il letto nella sua nuova stanza.
Bisogna aggiungere, come premessa, che il primo capitolo del libro di Roberto Morgese è incredibilmente appassionante. La descrizione che lo scrittore fa sul senso della casa merita di essere letta e riletta, perché coinvolge tutti e ancor di più chi nella vita ha fatto come me più di venti traslochi.
Cambiare città vuol dire avere nuove opportunità per Maria, ma anche la perdita di abitudini e amicizie. Il meraviglioso rapporto con le vecchie amiche e i bagni nel mare limpido calabrese vengono così rinviati all’estate successiva. Maria però ha grandi capacità di adattamento: trova a Torino una piscina dove può nuotare anche in inverno e si fa apprezzare subito dai nuovi compagni. Lei è bravissima in matematica e si fa notare fin dai primi giorni nella classe delle scuole medie per le sue capacità. La professoressa Ebe (sopranominata dalla scolaresca professoressa Embè per il suo tipico intercalare) è un personaggio particolare che, oltre ai problemi di calcolo ed espressioni algebriche, sottopone agli alunni strani quesiti. Come ad esempio questo:
Hai una fune lunga sette metri. Ogni giorno ne tagli un metro.
Dopo quanti giorni la fune sarà tutta tagliata?
propone di risolvere gli arcani in gruppi di lavoro e, grazie alle sue intuizioni, riesce pian piano ad appassionare molti compagni alla matematica. La cosa incredibile è che la ragazza, quando decide finalmente di scrostare la tappezzeria di casa, trova sul muro dei fogli usati come riempitivi delle fessure, contenenti formule matematiche, quadrati magici, operazioni curiose. La ragazza inizia le sue indagini e scopre che i misteriosi appunti sono appartenuti al precedente inquilino della casa che era l’allievo prediletto di Giuseppe Peano, un famoso studioso di matematica dell’Università di Torino, La professoressa Ebe rimane sconvolta appena Maria le consegna gli appunti: Roberto Peano era per lei una figura mitica. La ragazza decide allora di coinvolgere alcuni amici di classe nella ricerca di altri fogli nascosti. Tra questi collabora anche Giulio, compagno di allenamenti in piscina, che invece odia la matematica. Grazie alle meravigliose merende preparate dalla mamma di e all’attività condivisa di ripulitura del muro, nascerà tra i due compagni un’amicizia fatta di collaborazione disinteressata nella quale Maria farà apprezzare la matematica a Giulio, mentre quest’ultimo insegnerà alla ragazza i segreti per nuotare più veloce. Nel proseguo del racconto Giuseppe Peano diventa sempre più protagonista del libro e a lui si ispireranno i ragazzi della classe per realizzare una stupenda invenzione.
Un romanzo da raccomandare a tutti anche a chi, come me, ha avuto sempre problemi con la matematica. In fondo, con un po' di impegno, i vari quesiti di Roberto Peano che Roberto Morgese ci propone nel libro, sono risolvibili.
Lo scrittore per ragazzi Roberto Morgese regala ai giovani lettori di Genova e della Liguria due video nei quali ci parla dei suoi libri (oltre del suo gatto!). Nel primo presenta due romanzi.