Marino Muratore, ideatore e curatore della rubrica
La rubrica “Una settimana con...,” iniziativa del Sistema Bibliotecario Urbano, ha come protagonista della settimana la scrittrice “Cristina Petit” una delle autrici per infanzia e adolescenza più conosciute in Italia.
Biografia
Cristina Petit ha insegnato per oltre vent’anni in ogni ordine di scuola del regno e ora si dedica alla scrittura e all’illustrazione a tempo pieno. Ha scritto quasi cento libri con molte case editrici ed è stata tradotta in molte lingue.
Ha vinto alcuni premi letterari per romanzi o albi illustrati: ha ricevuto il premio letterario Angelo Zanibelli per il romanzo “Salgo a fare due chiacchiere”ed. San Paolo, la menzione speciale del premio Nati per leggere per il libro “L’arte dell’amicizia” ed. Artebambini. Con l’albo illustrato “Un giorno, un ascensore” ed. Pulce è stata finalista per il premio Nati per leggere - Crescere con i libri 2021 ed è arrivata terza al premio Malerba- Miglior albo illustrato e con “Nel buio a volte” ed. Pulce è arrivata finalista al premio Giulitto.
Insegna da sei anni presso la scuola di scrittura Bottega Finzioni di Bologna.
Ama molto disegnare sulla pizza, fotografare per strada, leggere le figure e scrivere nelle storie che racconta. Le piace parlare straniero per vedere che effetto fa.
Adora i bambini, sta volentieri con i grandi, ascolta gli anziani e sussurra ai cavalli.
Un giorno ha incontrato un musicante mago e l'ha sposato. Poi sono arrivati i tre porcellini che le riempiono la vita, la casa e le hanno spalancato orizzonti inimmaginabili, immensi e meravigliosi.
Alcuni libri che dimostrano la grande ecletticità di Cristina Petit come autrice e come illustratrice.
Tutti nella mia tana di Cristina Petit e Sara Carpani
Cristina Petit con la sua magistrale interpretazione del libro “Tutti nella mia tana “, regala ai giovani frequentatori delle biblioteche della Liguria, una video-lettura che è al tempo stesso appassionante ed educativa.
Il protagonista dell’albo illustrato (che è stato scritto da Cristina Petit insieme all’illustratrice Sara Carpani) è un lupo affamato, fortemente determinato nel suo obiettivo di catturare le future prede. Le stupende immagini, in orizzontale e quasi a tutta pagina, ci mostrano la progressiva rabbia e disperazione causata dal non riuscire a scovare prima Cappuccetto Rosso, poi i Tre Porcellini, dopo ancora i Sette Capretti e infine Pierino.
Le espressioni del “viso”, la postura del corpo, il modo d’incedere del lupo cambiano con il succedersi delle tavole, creando nuove emozioni nel lettore che ha la possibilità di immedesimarsi sia nello sconforto del lupo, sia nel terrore dei personaggi che si nascondono a fatica per non farsi trovare. Il finale a sorpresa regala poi più di uno spunto di riflessione sul senso del gioco, sull’identità dei buoni e dei cattivi, sul piacere del divertimento.
Nella video lettura dell’albo illustrato stupisce l’incredibile capacità artistica di Cristina Petit nel rappresentare le varie mozioni del lupo, utilizzando la voce (a volte così aggressiva da far paura, a volte così disperata da indurre l’ascoltatore al pianto), la gestualità e la corporeità. L’autrice, che in questa circostanza si trasforma in attrice, ci dimostra che “Tutti nella mia tana” è nato nel profondo del suo cuore.
Ciarlotta Piccadilli e rotoli di carta igienica
“Ciarlotta Piccadilli e rotoli di carta igienica” di Cristina Petit è un libro al tempo stesso divertente, coraggioso e paradossale. Divertente perché la comicità permea tutto il romanzo destinato ai bambini della classe primaria, coraggioso perché affronta con i ragazzi un tema delicato come quello delle problematiche relative all’espulsione delle feci. Esistevano già numerose pubblicazioni per i più piccoli (erano di moda fino a qualche anno fa) che avevano come protagonista la cacca degli animali, dei neonati, dei bimbi. Difficilmente però il tema delle difficoltà o dell’eccessiva facilità all’espletazione dei rifiuti corporali è stato affrontato in un libro destinato a ragazzi più grandi. Cristina Petit svolge, invece, il compito che si è auto-assegnata con leggerezza e senza reticenze.
Il libro è anche paradossale perché il mondo degli adulti sembra perfettamente incapace di svolgere il proprio ruolo educativo. Nel racconto gli insegnanti, i bidelli, il preside, i genitori sono certamente animati da buoni sentimenti, ma anche persone ingenue che non possiedono alcuno strumento per comprendere le emozioni, le istanze, i problemi dei figli e degli alunni.
Il libro è scritto in prima persona e a raccontare le vicende è Ciarlotta, una ragazzina che frequenta l’ultimo ciclo della scuola primaria. Lei è un genio, apprezzata da tutti per la sua precisione, affidabilità e intelligenza fuori del comune. Ha un fratello più grande di due anni che compare solo nelle ultime pagine del romanzo, perché Ciarlotta prova tristezza nel parlare di lui, in quanto Tiodoro trascorre ogni istante della giornata a giocare con i video giochi e senza essere sgridato dai genitori, così tanto permissivi che lo lasciano mangiare con forchetta e Joystick al posto del coltello.
Tutto sembra perfetto nella vita di Ciarlotta fino alla mattina quando, appena svegliata, si accorge che si formano ombre leggere per terra, nonostante il sole sia coperto da grandi nubi scure. Nessun adulto è in grado di spiegarle il fenomeno, e paradossalmente l’unica che pare conoscere il motivo della presenza delle ombre è Zeta, l’alunna più svogliata e ribelle della classe. Zeta scrive la soluzione al problema in forma criptica su un biglietto pieno d’errori grammaticali: “Se vuoi trovarre la riposa ala tua domanda prendi un’aereo e lo scopri”.
Ciarlotta è molto caparbia e non ha nessun dubbio: deve riuscire a viaggiare in aereo per scoprire il motivo della presenza delle ombre anche nei giorni nuvolosi. Viene casualmente a conoscenza che la famosa marca di carta igienica “Accarezza sedere” ha organizzato un concorso nel quale il premio è un viaggio in aereo a Parigi per svolgere un rotolo dalla cima della Tour Eiffel fino a raggiungere terra. Il requisito per la partecipazione però è cogente: bisogna raccogliere 1500 bollini fedeltà nelle confezioni da 8-16 rotoli.
quel momento Ciarlotta mette in mostra le proprie fragilità. Ossessionata dall’obiettivo di raggiungere il premio, inganna la madre per farle acquistare una quantità industriale di carta igienica, racconta bugie alla segretaria della scuola per cambiare il fornitore del prezioso accessorio per chi va alla toilette, utilizza le sue capacità oratorie per convincere tutti i suoi compagni di classe a far comprare in casa la marca “Accarezza sedere”, inganna più volte il padre per ottenere favori, dicendogli di essere stata selezionata per parlare in classe di fronte ad astronauti russi o indiani d’America. bambina modello Ciarlotta si trasforma così in una giovane che fa mille promesse a tutti, sapendo già di non mantenerle. Nonostante ciò i bollini che riesce a raccogliere, sono sempre pochi rispetto a quelli richiesti dal concorso a premi. A peggiorare le cose Ciarlotta, presa dalla frenesia, provoca Zeta, rinfacciandole di essere stata abbandonata dal padre per il suo terribile carattere.
La compagna reagisce dandole un pugno che obbligherà Ciarlotta a trascorrere un periodo a casa per ristabilirsi, senza più seguire la raccolta dei bollini. Da quel momento cambia il senso della storia. Ciarlotta capisce di aver sbagliato a provocare Zeta e con grande impegno riesce a farla riammettere a scuola. E non solo nella sua opera stimola gli insegnanti a comprendere i comportamenti provocatori di Zeta , dietro ai quali si nasconde una bambina buona che ha sofferto dolorosi problemi familiari.
L’amicizia con Zeta le regala un nuovo senso di vita e il nuovo obiettivo di Ciarlotta sarà impegnarsi per creare una scuola e un mondo più giusto.
Il finale del libro è sorprendente e non va assolutamente svelato.