lunedì, mercoledì e giovedì: dalle 9:00 alle 16:00
martedì e venerdì: dalle 9:00 alle 13:00
inaugurazione lunedì 16 giugno ore 17:30
Si inaugura la mostra Fotografia e Teatro nell’800 al Museo Biblioteca dell’Attore, alla presenza di: Eugenio Pallestrini, Presidente del Museo Biblioteca dell’Attore, Francesca Mambrini, Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Liguria, Leo Lecci, storico dell’arte, docente universitario e coordinatore del progetto “Genova e l’800”, Elisabetta Papone, storica della fotografia, Gian Domenico Ricaldone, responsabile dell’Archivio del Museo e curatore della mostra
Il Museo Biblioteca dell’Attore partecipa al progetto“Genova e l’800”con un’esposizione che documenta l’incontro, fecondo e duraturo, tra la scena teatrale e il nuovo linguaggio della fotografia, che nell’Ottocento avvia un processo di trasformazione profonda dell’immaginario visivo e della rappresentazione dell’attore.
«Palloni, parafulmini, battelli a vapore,
strade ferrate, illuminazione a gas,
dagherrotipi… che più?»
(L’Omnibus pittoresco, 12 dicembre 1839)
Ben prima che fosse possibile fotografare lo spettacolo in atto, la fotografia d’attore sviluppa una forma specifica di ritratto: posato, espressivo, studiato in costume, in studio o su fondali dipinti. Queste immagini, destinate a circolare su scala europea e internazionale, danno vita a una vera e propria cultura visiva dell’attore, contribuendo a fondarne l’icona moderna.
La mostra propone una selezione di ritratti di attrici e attori dell’Ottocento provenienti dai fondi storici del Museo, in particolare quelli di Adelaide Ristori, Tommaso Salvini ed Ernesto Rossi, i tre “Grandi Attori” italiani del XIX secolo. Le fotografie originali esposte – dal dagherrotipo alle stampe di grande formato – sono state realizzate nei più importanti Studi fotografici italiani e stranieri, attivi tra Torino, Parigi, San Pietroburgo, Berlino e New York.
Un’attenzione speciale è dedicata allo Studio Sciutto, attivo a Genova tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, tra i protagonisti assoluti della fotografia teatrale in Italia. Fondato da Giovanni Battista Sciutto e poi gestito dai figli Gigi e Carlo, lo studio si distinse per l’eleganza della posa, l’uso raffinato dei fondali scenografici e la capacità di cogliere la psicologia del soggetto ritratto. I fratelli Sciutto fotografarono i grandi attori del tempo – tra cui Eleonora Duse, Ermete Zacconi e Tina Di Lorenzo – contribuendo alla definizione dell’immaginario visivo del teatro italiano. Le loro opere furono selezionate per importanti esposizioni, come Torino 1902 e Genova 1905, ricevendo ampi riconoscimenti. Fu uno dei primi studi a trasformare il ritratto d’attore in un vero strumento di comunicazione e promozione, anticipando il moderno concetto di divismo.
L’intento dell’esposizione è anche quello di raccontare la nascita e la prima evoluzione della fotografia nell’Ottocento, mostrando come l’affinarsi delle tecniche di ripresa – fino alla resa fine della micromimica – abbia reso l’attore uno dei soggetti privilegiati dell’immagine fotografica. È in questo passaggio che il ritratto d’attore diventa un documento culturale, un oggetto da collezione e un veicolo promozionale.
«È un prodigio. Il fotografo in un tempo
brevissimo mi ha riprodotta in tante e bellissime pose,
nei miei diversi costumi. [...]
Il tempo più lungo lo impiegai a cambiarmi
di abiti; ma in terrazza, come credo si dica,
fu tutt'altra cosa: quasi non mi avvidi che
mi si facevano tanti ritratti! È un vero miracolo,
e guarda un po' come son venuti!...»
(Tina Di Lorenzo)
In mostra:
Parte del materiale esposto proviene da collezioni private, mai presentate al pubblico, che arricchiscono e completano il patrimonio fotografico del Museo.
Visite guidate su prenotazione.
Per informazioni: archivio@cmba.it