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Beatrix Potter

 

Marino Muratore, ideatore e curatore della rubrica

 

 

La rubrica “Una settimana con...,” iniziativa del Sistema Bibliotecario Urbano, ha come protagonista della settimana Beatrix Potter (Londra 1866 – Near Sawrey 1943) illustratrice, scrittrice e naturalista britannica, ricordata soprattutto per i suoi albi illustrati per bambini. Il suo libro più famoso è “Il racconto di Peter Coniglio, The Tale of Peter Rabbit,” del 1902. Oltre al celebre Peter coniglio pubblicò tra gli altri "Il racconto dello scoiattolo Nutkin” e “The Tailor of Gloucester”. I suoi 24 racconti sono stati tradotti in 35 lingue e hanno venduto oltre 100 milioni di copie. Le sue opere celebrano la vita e la natura nella campagna inglese attraverso il racconto delle avventure di animali antropomorfizzati. Beatrix Potter è una delle più lette e amate scrittrici di letteratura per l'infanzia. Le sue storie sono state adattate al cinema, rielaborate nella musica e nella danza; la sua vita raccontata in un lungometraggio cinematografico e televisivo. Beatrix Potter ha subito ingiusti rifiuti sia letterari sia dal mondo scientifico inglese in epoca vittoriana, esclusivamente per il suo essere donna. Alla fine grazie al suo talento e alla caparbietà è riuscita a ottenere almeno parte del successo che meritava, facendosi portavoce dei diritti del mondo femminile in una società inglese altamente maschilista.

Biografia

Helen Beatrix Potter nasce a Londra nel quartiere di South Kensington, il 28 luglio 1866 da una famiglia molto ricca. Quella di Beatrix era una tipica famiglia vittoriana, nella quale i figli vivevano solo occasionalmente a stretto contatto con i genitori, mentre erano le governanti a occuparsi della loro educazione e istruzione, senza avere molti contatti con gli altri bambini.

Ogni estate tutta la famiglia Potter si trasferiva nella regione dei Grandi Laghi. Quando Beatrix aveva sei anni, nacque il secondo figlio dei Potter, Walter Bertran. I due fratelli strinsero amicizia con pochi coetanei e, quando il fratello Bertran venne mandato a scuola, la piccola Beatrix rimase sola, circondata soltanto dai suoi adorati animali domestici: rane, salamandre, furetti, persino un pipistrello. I suoi preferiti, però, erano due conigli, Benjamin e Peter che comincia a ritrarre sin da piccola.

All'età di sei o sette anni Beatrix ebbe come regalo una copia del libro “Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie” e fu colpita dalle illustrazioni di Tenniel. Per curare l'educazione artistica della figlia, Rupert Potter assunse un'apposita insegnante, dalla quale Beatrix apprese il disegno a mano libera, la geometria, la prospettiva e la pittura di fiori ad acquerello. Beatrix disegnava di tutto: dal giardino della casa di Londra e i fabbricati agricoli di Camfield Place alle nature morte e alle illustrazioni dei libri che stava leggendo. In quegli anni la giovane Potter fece la conoscenza di Canon Hardwicke Rawnsley, il vicario locale, il quale le insegnò l'importanza di preservare la fauna locale e tenere lontano il turismo di massa, che proprio all'epoca cominciava a invadere la regione.

Nonostante i suoi interessi e le sue ambizioni, i genitori le impedirono di proseguire gli studi e di dedicare tempo a interessi di stampo intellettuale. Secondo i rigidi precetti vittoriani, infatti, le donne dovevano occuparsi esclusivamente della casa. Così la giovane Potter, a partire dai 15 anni cominciò a scrivere un diario, ma usando un proprio codice segreto, che verrà decodificato solo 20 anni dopo la sua morte.

Lo zio cercò di inserirla come studentessa presso i Giardini Botanici di Kew, ma la sua richiesta venne respinta perché donna. Siccome l'unico modo che aveva per osservare la natura al microscopio era ritrarla, la Potter eseguì tantissime illustrazioni di funghi e licheni. Grazie ai suoi disegni cominciò a guadagnarsi la fama di esperta micologa. L'Accademia di scienze britannica (Royal Society) rifiutò di pubblicare le sue illustrazioni scientifiche, sempre perché donna.

Nel 1901 decise di pubblicare a sue spese “La storia del coniglio Peter" un libro da lei illustrato e rifiutato da ben sei case editrici. Una delle 250 copie raggiunse la scrivania di Norman Warne, capo della casa editrice Frederick Warne & Co., il quale decise di dare alle stampe il racconto. Dal giugno del 1902 fino alla fine dell'anno il libro vendette 28.000 copie. Nel 1903 pubblicò un nuovo racconto, "La storia dello scoiattolo Nutkin” che ottenne altrettanto successo. Dai proventi dei suoi libri Beatrix Potter riuscì a raggiungere la tanto agognata indipendenza economica e si rivelerà molto abile anche nel campo degli affari, promuovendo la creazione di un pupazzo con le sembianze di Peter Rabbit. Negli anni successivi verranno immessi nel mercato anche altri prodotti come libri, giochi da tavolo, carta da parati, figurine, coperte per bambini e servizi da tè. Nel 1905 cominciò a frequentare il suo editore Norman Warne, ma fu costretta a farlo di nascosto per la forte opposizione da parte dei suoi genitori. Ruppe definitivamente con la famiglia ma non riuscì a sposare Norman, il quale si ammalò di anemia fulminante e morì nel giro di poche settimane. A 47 anni sposò il procuratore William Heelis, assieme al quale si trasferì in una grande fattoria a Sawrey, nella regione dei Laghi, circondata da animali: cani, gatti e un porcospino Nella fattoria cominciò ad allevare le pecore. Dopo la morte dei genitori Beatrix Potter usò la sua eredità per comprare terreni nella regione e assieme al marito si trasferì a Castle Cottage, dove morirà il 22 dicembre 1943. Nei suoi ultimi scritti, spaventata dalla furia distruttiva della Seconda Guerra Mondiale, sottolineò il pericolo di una modernità che può annientare la natura.

In tempi recenti, televisione e cinema hanno reso omaggio alla figura di Beatrix Potter. Il primo film ispirato alla sua produzione letteraria è "I racconti di Beatrix Potter" (The Tales of Beatrix Potter), uscito nel 1971. Nel 1992 la BBC manda in onda una serie animata basata sulle storie della Potter, The World of Peter Rabbit and Friends. Nel 2006 escono sia il film "Mrs. Potter", con Renée Zellweger e Ewan McGregor, che un musical The Tale of Pigling Bland. Nello stesso anno la Penguin Books pubblica Beatrix Potter: A Life in Nature, bibliografia scritta da Linda Lear, in cui si sottolinea il talento scientifico dell'autrice inglese, sia come illustratrice di botanica che come micologa.

 

 

Peter Coniglio

 

 

La storia della pubblicazione di “Peter Coniglio” da parte di Beatrix Potter è molto particolare. A partire dal 1890, per guadagnare qualche soldo, Beatrix e il fratello iniziarono a creare e stampare biglietti di auguri di Natale e per altre occasioni speciali, usando come soggetti principali topi e conigli e distinguendosi per l'uso di uno stile del tutto personale. Una azienda acquistò molti dei loro disegni, soprattutto quelli che rappresentavano Benjamin Bunny e nel 1893 la stessa ditta comprò molte altre illustrazioni di Potter per una raccolta di versi. L’anno successivo Beatrix Potter riuscì a vendere una serie di illustrazioni sulle rane. La svolta nella carriera artistica di Beatrix maturò lentamente; può essere contrassegnata da una lettera che scrisse il 4 settembre 1893 e che sette anni dopo ebbe degli sviluppi imprevisti. Inviata a Noel Moore, il figlio maggiore della sua ex governante Annie Carter, spesso malato, raccontava "la storia di quattro piccoli conigli i cui nomi erano Flopsy, Mopsy, Coda di cotone e Peter ...". Stimolata dall'incoraggiamento rivoltole da Annie di sfruttare la sua abilità nel raccontare e disegnare storie, Beatrix utilizzò le lettere e il materiale illustrativo contenuto per realizzare il suo primo libro per bambini, dal titolo The Tale of Peter Rabbit. Il libro venne rifiutato da ben sei case editrici, ma Beatrix non si arrese e così nel 1901 decise di stampare lei stessa 250 copie che riuscì a vendere in breve tempo. L'anno dopo, il 2 ottobre del 1902, il libro fu apprezzato e pubblicato dalla Frederick Warne & Company, che pose a Beatrix come condizione di realizzare illustrazioni a colori e non più in bianco e nero. Dal giugno del 1902 fino alla fine dell'anno il libro vendette 28.000 copie.

The Tale of Peter Rabbit” rappresentava un'innovazione per il mondo dell'infanzia. Il libro infatti era stato realizzato in un formato piuttosto piccolo, adatto alle dimensioni delle mani dei bambini. Un'altra novità era costituita dal prezzo di quest'opera: a differenza di molti altri libri illustrati, molto costosi e che la maggioranza delle famiglie difficilmente poteva permettersi, The Tale of Peter Rabbit costava solo uno scellino. Potter inoltre si rifiutò di sottovalutare i bambini adoperando un linguaggio troppo semplice e superficiale, e decise di inserire anche qualche termine complesso e talvolta ricercato in ciascuno dei suoi libri, per favorire il loro apprendimento e suscitarne la curiosità.

I primi lettori di Peter coniglio vivevano realmente nel suo mondo, quello fatto di topi e oche in cortile, potevano scrivere a Beatrix Potter e non di rado ricevevano in risposta biglietti e letterine. Questo assicurò certamente e per anni un genuino successo alla sua autrice. Le storie travalicavano la finzione e arrivavano a casa del lettore.

 

 

 

I testi di Peter Coniglio e la sua famiglia sono brevi e le narrazioni non hanno come protagonisti deliziosi coniglietti paffuti e topine smorfiose, ma in realtà sono le avventure il cuore più vivo delle storie di Beatrix Potter. C'è certamente un certo gusto per la quotidianità, i panni della cucina e della lavanderia, i vestiti belli della festa e il tè pomeridiano, ma nessun lettore con il gusto per l'azione rimane mai deluso. Beatrix Potter non vuole mai nascondere la realtà e, per esempio, in La Storia di Peter Coniglio l'autrice non si pone alcun problema nell'affermare che il papà di Peter è stato mangiato da due contadini.

All’inizio dela vicenda Peter disubbidisce alla madre e si reca nel giardino del Signor McGregor, luogo a lui proibito, rischiando di essere catturato e messo in forno, esattamente com'era accaduto a suo padre. Nello scappare dal pericolo, Peter Coniglio perde le scarpe, la giacca nuova ed ogni suo abito, si nasconde in un innaffiatoio, rimane chiuso in un giardino. Per tutto il corso della narrazione è la suspense a dominare e alla fine Peter paga per il suo comportamento sbagliato: si ammala e, diversamente dai fratelli – che sono stati bravi e prudenti – non può gustarsi una buona cenetta.

La fiaba trova un seguito nella “Storia di Benjamin Coniglio”, il cugino di Peter, altro giovane animaletto dispettoso. I due coniglietti decidono che sia necessario andare a recuperare la giacca e le scarpe di Peter usate dal contadino Mc Gregor come spaventapasseri. Il nemico questa volta diventa una pericolosa gatta.

Il punto di forza dei due libri di Pete Coniglio (che ha seguito in altri libriccini) risiede nella semplicità, nella brevità e nel forte impatto delle illustrazioni, che attirano i bimbi più piccoli e sono per essi un linguaggio indispensabile. Gli acquerelli dell'autrice sono curati, precisi, colorati e di ottima fattura e rappresentano animali antropomorfi che, seppur abbigliati come uomini, mantengono intatti i loro tratti anatomici e la loro identità animalesca.

Una curiosità è che Beatrix Potter, nel corso della sua lunga attività di scrittrice per bambini, aveva disegnato una mappa particolareggiata che consentiva una totale immersione visiva nel mondo della campagna inglese. Nella meravigliosa cartina sono indicati tutti i luoghi dove prendevano vita le storie: la tana dei conigli, la pozza delle rane, l’albero dello scoiattolo. Il mondo di Beatrix Potter è dominato dal verde boschivo, da casine con il tetto spiovente, da corsi d’acqua e stradine tortuose che attraversano il paesaggio, e da tanti animaletti che popolano e vivacizzano questi luoghi brulicanti.

Nel 1992 vennero trasmessi i primi cartoni animati delle avventure di Peter Coniglio e nel 2006 è stato realizzato un film ispirato alla sua vita, Miss Potter. Molto interessante è il sito Internet dedicato a Beatrix Potter e al suo mondo dove ci sono curiosità, giochi e molte storie.

 

Il sarto di Gloucester

Confesso che può sembrare strano proporre una fiaba natalizia prima dell’estate. I motivi di questa scelta però sono vari: la bellezza della storia, la rarità della stessa in quanto è una delle poche fiabe (se non la sola!) di Beatrix Potter dove compare una figura umana, la magia contenuta nel racconto, la vicenda che accompagna la sua creazione, il fatto che la stessa scrittrice considerava Il sarto di Gloucester il più bel racconto che avesse mai scritto.
L’antefatto risale  a una visita fatta da  Beatrix Potter a una sua cugina che viveva nelle vicinanze di Gloucester  nei primi anni del ‘900. In quella circostanza  venne a conoscenza di una vicenda veramente accaduta. Un sarto aveva lasciato il suo lavoro incompiuto un venerdì, ma al rientro al negozio la settimana successiva,  aveva trovato il vestito sorprendentemente concluso, a parte un’asola sulla quale era appuntato un biglietto con  scritto sopra: è finito il filo. Il sarto sfruttò la vicenda per fini commerciali, dicendo in giro che il lavoro era stato terminato dalle fate, mentre in realtà il vestito era stato completato dai suoi aiutanti. Beatrix Potter utilizzò la vicenda ascoltata, rendendo però protagonisti i suoi animali antropomorfi e in questo caso dei simpatici topini.  La fiaba inizia con questa dedica:
Cara Freda,
siccome adori le fiabe e sei stata male, ne ho scritta una solo per te- una storia nuova che nessuno ha mai letto. La cosa più strana è che l’ho ascoltata nel Gloucestershire, ed è vera, almeno per quanto riguarda il sarto, il panciotto, ed “È FINITO IL FILO”. Natale 1901

Trama
Il sarto lavorava dalle prime luci dell’alba fino a sera in un negozietto di Westgate Street a Gloucester, al tempo delle spade, delle parrucche e delle lunghe giacche dai grandi risvolti fiorati, quando gli uomini indossavano gale e panciotti di seta e taffetà orlati di pizzo. L’uomo cuciva e tagliava tutto il giorno, mettendo insieme i pezzi di lucida seta e broccato e pompadour, le stoffe avevano strani nomi e costavano tanto. Lungo tutto il racconto Beatrix Potter da indicazioni e fornisce elementi sulla moda del tempo, che sicuramente la scrittrice conosceva molto bene. Nell’avvicinarsi del Natale, il Sindaco della città ordinò un vestito; quella era un’occasione unica che avrebbe dato notorietà e cambiato la vita del sarto, anziano e poverissimo. Il Sindaco voleva indossare, per il suo matrimonio che si sarebbe celebrato proprio nel giorno di Natale, una giacca di seta damascata color ciliegia con rose e viole, e un panciotto color crema, ornato di trine e lana verde. Il problema era però che il sarto possedeva poca stoffa e così dovette combinare i dodici pezzi di seta e di raso per riuscire a organizzare il materiale in modo sufficiente per il vestito. Una volta concluso di misurare e tagliare le singole parti dell’abito, il giorno dopo avrebbe cucito la giacca e il panciotto. Il sarto prima di uscire si accorse che però mancava un solo gomitolo di filo di seta color ciliegia.  Pensando al lavoro del giorno dopo, raggiunse la sua povera abitazione nella quale viveva insieme al suo gatto Simpkin e ai tanti topini che si nascondevano in ogni anfratto per non divenire preda del micio. L’uomo consegna 4 soldi al gatto perché vada a comprare latte, salsiccia, pane e soprattutto il filo di seta color ciliegia.

 

 

In assenza di Simpkin, l’uomo scova i topini spaventati dal felino, nascosti sotto ogni tazza della credenza. Il sarto è buono, li mette in salvo, ma si ammala gravemente per il freddo preso nel negozio. Nel delirio causato dalla febbre, parla ad alta voce del vestito del Sindaco: quale sia il modello scelto, come vada cucita la fodera, quante asole necessiti la giacca. I topolini curiosi ascoltano e apprendono che l’uomo desiderava utilizzare gli avanzi di stoffa per preparare mantelline proprio per loro perché non soffrissero il freddo del rigido inverno. I roditori decidono  così di ricambiare il sarto sia per essere stati salvati dal gatto e in più per essere stati oggetto di attenzioni così gentili. Cuciono così il vestito, meno l’ultima asola perché mancava il filo color ciliegia, nascosto dal gatto per dispetto. Quando la notte di Natale il sarto si alza finalmente dopo lunghi giorni a letto, è disperato e consapevole di non avere più il tempo di cucire le parti del vestito. Raggiunto  il negozio, scopre stupito che l’abito del sindaco è già finito: manca solo da cucire un’asola con il filo che gli aveva comprato Pumpink.
Nella storia, i topolini quando cuciono di notte cantano stupende filastrocche, che nell’edizione recente di Interlinea non sono state semplicemente tradotte, ma adattate alle tradizioni culturali italiane.
Oggi la casa del sarto di Gloucester è diventata un museo dedicato a Beatrix Potter, dove è possibile acquistare souvenir ispirati ai suoi personaggi.
 

 

 

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