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Mo Willems

La rubrica “Una settimana con...”, è dedicata questa settimana allo scrittore per l’infanzia Mo Willems. Nato nel 1968 in Illinois negli Stati Uniti, ha manifestato il suo amore per il disegno fin dalla tenera età di tre anni, inventando in continuazione nuovi personaggi. Negli anni della scuola primaria ha creato molte storie animate per i compagni, ma era sempre insoddisfatto perché aveva sempre la sensazione che il mondo degli adulti approvasse i suoi lavori solo per simpatia e dovere di cortesia. Decise così di produrre storie divertenti: “la risata non si può dissimulare!”

  

Autore della foto : Alvintrusty Immagine con licenza https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0

Dopo la laurea ottenuta presso la Tisch School of the Arts di New York, partì per un lungo viaggio in Europa, durante il quale ogni giorno disegnava una tavola Illustrata. Al ritorno trovò occupazione come illustratore nel programma educativo americano Sesam Street, famoso per la presenza al suo interno degli episodi dei Muppets. Grazie al suo impegno ed originalità ottenne come riconoscimento sei premi Emmy Awards. Mo Willems ha lavorato successivamente per la BBC e realizzato cartoni animati per MTV, Fox e altri network americani. Come autore di libri per l’infanzia, ottenne il grande successo con l’albo illustrato “Non lasciare che il piccione guidi l’autobus”, al quale conseguirono capolavori come: “Non è una buona idea!”, “Corso di pipì per principianti”, Corso di buone maniere per principianti” dove con le sue illustrazioni semplici ed essenziali spiega a bambini e genitori, quanto siano magiche parole come: Per favore, Grazie, Scusa. Mo Willems è conosciuto in tutto il mondo per la fortunata serie di libri cartonati, e destinati ai più piccoli, che hanno come protagonisti l’elefante Reginald e la maialina Tina. Storie che raccontano episodi di gentilezza, amicizia e generosità.

In una intervista gli fu chiesto se si considerasse un artigiano o un’artista. MoWillems rispose che si sentiva influenzato da suo padre che era un ceramista. E aggiunse:“E io stesso ho cominciato lavorando in televisione, con un lavoro per definizione artigianale… sì, mi considero un artigiano. I vasi di mio padre devono anzitutto funzionare, tenere l’acqua, essere strutturalmente sani: e così i miei lavori, che tengono non acqua ma idee e pensieri. Penso a me stesso come a un artigiano, sempre, quando lavoro: un artista vuole che il suo pubblico lo capisca, un artigiano invece vuole capire il suo pubblico. E a me interessa capire.” Nella medesima intervista lo scrittore dice che con i suoi libri,al di là di far ridere il lettore, ha l’obiettivo di parlare del fallimento, un tema che gli era stato impedito di trattare in televisione. All’inizio delle sue storie tutti i protagonisti si prefiggono un obiettivo che poi, per qualche imprevisto, non si realizza:il lupo non riesce a mangiare l’oca, Reginald e Tina che avevano programmato di giocare all’aperto sono ostacolati dalla pioggia, un adulto s’impossessa della palla di un bambino. La creatività individuale permette però sempre di superare gli ostacoli. I libri cartonati di Mo Willems sono sempre frutto di un lungo lavoro da parte dell’autore e assomigliano a schermate di un film muto. Le parole, scritte in caratteri giganteschi ed altre appena sussurrate, insieme ad uso di punti interrogativi e esclamativi, invitano il mondo degli adulti a recitare a due voci le storie di fronte ai propri bambini. Divertendosi.

 

 

 

 

 

La fortunata serie di Reginald e Tina

 

La grande capacità artistica e d’interazione di Mo Willems con il giovane lettore, è data dalla serie, tradotta in molte lingue, di Tina e Reginald (Gerald nella versione inglese). Quest’ultimo è un grigio elefante occhialuto, ansioso e prudente; Tina è una maialina tutta rosa, solare e curiosa. Insieme sono una coppia di amici affiatati, buffa e ben assortita, pronta ad animare storie allegre e a misura di bambino. I loro dialoghi sono sempre comici, spesso stimolati da situazioni paradossali. L’autore in un’intervista ha dichiarato di essersi ispirato nella progettazione delle storie, agli inizi del cinema muto e del primo sonoro, rifacendosi soprattutto a personaggi mitici come Buster Keaton e i fratelli Marx.Tutte le storie di Tina e Reginald si basano sui loro dialoghi,con il preciso obiettivo di rendere il lettore protagonista della storia. Un tipico esempio delle tecniche narrative di Mo Willems è ben rappresentata dall’album cartonato“Siamo in un libro!”,una storia che può essere letta nel formato cartaceo e perde il suo senso nella versione e-book. Tinae Reginald scoprono fin dalle prime pagine di essere personaggi di un libro.E non solo: un bambino sta leggendo la storia, generando il loro stupore. Tina e Reginald si sentono allora importanti. Dopo pause, parole sussurrate, scritte in caratteri minuscoli e altre in formati cubitali per essere gridate, i due decidono di interagire con il piccolo lettore,facendogli persino pronunciare una parola al di fuori del libro. Il bambino è stimolato a dire così laparola più strana e bislacca che gli viene in mente. Il termine suggerito da Mo Willems al bambino è”Banana”: l’elefante e la maialina scoprono il divertimento dell’interazione con il lettore. Una trovata geniale. Il divertimento è coinvolgente, ma tutti i libri finiscono: la maialina e l’elefante hanno una tremenda paura della conclusione del divertimento.

 

 

Immagine da "Siamo in un libro" Edizioni Il Castoro 2012 pagine 12 e 13

Illustrazione da: "Siamo in un libro" Edizioni Il Castoro pagine 22 e 23

 

Illustrazioni da : "Siamo in un libro" Edizione Il Castoro 2012 pagine 36 - 37

 

Illustrazioni da: "Siamo in un libro" Edizione "Il Castoro" pagine 42- 43

 

Sarà Tina a trovare una soluzione perché il libro nel libro non finisca mai.

 

Un altro capolavoro è “Andiamo fuori a giocare”, dove Tina e Reginald si propongono di divertirsi all’infinito all’aperto, durante una giornata di sole. Come spesso succede nelle storie di Mo Willems, i programmi saltano per qualche avversità e imprevisto. Un diluvio porta alla disperazione Tina ma, per fortuna, la fantasia, la creatività renderà la giornata ancora più indimenticabile. Tanto che i due protagonisti spereranno che la pioggia non finisca mai.

Andiamo fuori a giocare - Il Castoro - 2013 - pagine 18 e 19

Andiamo fuori a giocare - Il Castoro - 2013 - pagine 24 e 25

 

Gli altri libri della serie di Tina e Reginald come “Hai un uccellino sulla testa!”, “Mi sono rotto la proboscide!”, “Devo offrire il mio gelato?” meritano di essere recitati la sera dai genitori ai loro bambini.

Video letture 1

Video letture 2

Non è una buona idea!

 

 

L’impostazione del libro è molto simpatica perché si svolge su due piani intrecciati. La copertina rigida è, grazie ad un’intuizione dell’autore, già l’inizio della storia che viene raccontata all’interno dell’album illustrato. Nella copertina un gruppo di pulcini è seduto in un cinema a guardare un film, cosicché la vicenda cinematografica diviene una trama nella trama. La pellicola sullo schermo mostra una volpe e un’anatra che camminando per strada s’incontrano e decidono di proseguire insieme. A questo punto gli spettatori (pulcini) nel cinema sembrano aver capito – a differenza dell’anatra protagonista – che la volpe è intenzionata a trasformare il grasso pennuto nella sua cena e come ogni gruppo di amici intento a guardare un film horror, questi pulcini urlano numerose variazioni di “non è davvero una buona idea!” per far capire quanto l’anatra si stia comportando scioccamente.

Le pagine illustrate si alternano a pagine dal fondo nero scandite dalle brevissime frasi descrittive e perentorie. Dopo l’incontro casuale, la volpe, con un sorriso poco raccomandabile, si fa avanti: “Le andrebbe di fare una passeggiatina?”, propone con uno strano ghigno sul muso.L’anatra, contegnosa e imbarazzata, accetta la proposta ma il suosguardo obliquo allude a chissà cosa. Che le passa per la testa? Non ha capito di essere in pericolo?La camminata dei due prosegue fino al bosco buio e profondo, con la volpe che continua a ostentare quel suo sorrisetto beffardo e l’anatra ingenua che lo segue senza batter ciglio.Intanto, prima uno, poi due-tre e progressivamente quattro-cinque-sei anatroccoli preoccupati interrompono la narrazione per lanciare un monito accorato: “NON è UNA BUONA IDEA!”, gridano. La volpe astutamente fa una nuova proposta

 

Non è una buona idea - Milano : Il Castoro, 2015

 

Non è una buona idea - Milano: Il Castoro, 2015

 

Non è una buona idea - Milano: Il Castoro, 2015

 

Non è una buona idea - Milano: Il Castoro, 2015

 

Ma nessuno li ascolta. L’anatra grassottella e la volpe, cammina cammina, arrivano a casa del losco felino, che si affretta a mettere una pentolaccia sul fuoco e a preparare una succulenta zuppa… alla quale manca un ingrediente fondamentale!
Ecco, l’anatra è spacciata. Ma perché non scappa? Dovrebbe fare come dicono gli anatroccoli… l’idea di andarsene in giro con la volpe non si è rivelata una genialata.
O almeno così crediamo fino a che non arriviamo alla conclusione imprevedibile.Una storia per ridere con i bambini e ricordarsi, tutti quanti, che le apparenze molto spesso ingannano. Mai fidarsi di una mamma anatra!

Video in inglese

Video in italiano

 

 

I libri nel catalogo b.G.met

Marino Muratore curatore della rubrica

 

 

 

 

 

 

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